La settimana scorsa ho dato inizio ad un laboratorio non-formale chiamato “yes, yes, yes” al Centro Diurno dove lavoro. Lo scopo è quello di creare uno spazio di condivisione e riflessione sul tema della sessualità e delle relazioni interpersonali. L’ho chiamato “yes, yes, yes” perché è il titolo del manuale creato dalla rete di psicologi che hanno preso parte al progetto europeo “Draw The Line of Safety“.
Facilitando il primo di questi incontri sono già emerse alcune cose che mi hanno sorpreso. Innanzitutto, quando si parla di intimità si crea tanta confusione. Proviamo a chiarire un po’ le idee: cos’è l’intimità? come si definisce?
Userò uno dei miei film preferiti per provare a rispondere: Good Will Hunting.
“Le piccole debolezze che conoscevo soltanto io. Questo la rendeva mia moglie. Anche lei ne sapeva delle belle sul mio conto, conosceva tutti i miei peccatucci! Queste cose la gente le chiama imperfezioni, ma non lo sono. Sono la parte essenziale. Poi dobbiamo scegliere chi fare entrare nel nostro piccolo strano mondo. Tu non sei perfetto, campione. E ti tolgo dall’incertezza: la ragazza che hai conosciuto, non è perfetta neanche lei. Ma la domanda è se siete o no perfetti l’uno per l’altra. È questo che conta. È questo che significa intimità.”
Good Will Hunting (1997)
Spesso quando si parla di intimità si pensa subito alla sfera sessuale e al contatto fisico, ma come ci spiega Robin Williams nella scena appena vista, entrare in intimità con qualcuno è qualcosa di molto più ampio e complesso. Durante il primo incontro al Centro, ho chiesto ai ragazzi di aiutarmi a definire questo concetto. Quali parole vi vengono in mente quando si parla di intimità? Quali canzoni spiegano bene questo tema? Quali immagini si creano nella vostra mente? Ecco alcune risposte:
- Fiducia
- Amore / Affetto
- Sicurezza
- Stare in silenzio insieme
- Tenersi per mano
- Una carezza
- Condividere pensieri e riflessioni personali
- Non sentirsi giudicati
Ed alcune immagini proposte dai ragazzi:
Quello che emerge da questi primi piccoli spunti è che l’intimità nasce in una relazione in cui sono presenti alcuni ingredienti-chiave: fiducia, non giudizio, condivisione.
Spingendo il dialogo oltre le prime rappresentazioni mentali, è emerso che possiamo entrare in grande intimità con persone che conosciamo da pochi minuti (es. “il sorriso rincuorante di un passante mentre piango in macchina“), così come con persone che conosciamo da sempre (es. “lo scambio di sguardi tra me e mia mamma mentre stiamo ascoltando il racconto della nonna”, “la carezza sui capelli che mi fa il mio babbo quando ci salutiamo”). L’intimità può essere esperita in diversi contesti e in diversi rapporti. Può riguardare la coppia (es. “quando la mia ragazza mi abbraccia forte“) ma anche l’amicizia (es. “quando mi confido con il mio amico rispetto ai pensieri che ho ultimamente“).
Entrare in intimità allora non riguarda la natura della relazione ma la capacità di mettersi a nudo, rivelare fragilità e vulnerabilità.. Un rapporto intimo è un rapporto in cui ci si può mostrare per quello che si è e ci si può dire ciò che si pensa e si prova, veramente. Entrare in intimità con qualcuno significa sentirsi comodi e sicuri: come quando torniamo a casa dopo una giornata di lavoro e possiamo toglierci le scarpe e buttarci sul divano.
“Siamo in intimità se possiamo essere liberi di scoprire i veri sentimenti, di dire quello che si pensa e si prova. Se godiamo della forza di essere vulnerabili. Se lasciamo la porta aperta senza paura che l’altro ne approfitti. Se ci sentiamo al sicuro”.
[La Repubblica, Brunella Gasperini – 1]
Se vuoi un aiuto per approfondire il tuo modo di stare in relazione e/o imparare a gestire il tuo modo di entrare di intimità, contattami.