The Bear è una nuova serie tv del catalogo Disney+ con protagonista Jeremy Allen White (già conosciuto in Shameless) che qui interpreta “Carmy” Berzatto, chef riconosciuto a livello mondiale che abbandona i ristoranti stellati dopo il suicidio del fratello e si ritrova a dover gestire il locale di famiglia ormai allo sbando. Perché ne parlo sul blog? Perché è una serie tv che tratta alcuni temi psicologici in maniera squisita.
Temi trattati: #famiglia, #fratellanza, #suicidio, #trauma, #resilienza, “#andarsene o #restare ?”, #alcolismo, #dipendenze, #sensodicolpa, #ereditàfamiliari, #lutto

“Mi ha lasciato il suo ristorante. Negli ultimi due mesi ho cercato di sistemarlo, perché era in condizioni pessime, ed è chiaro che io, provandoci, volevo sistemare il problema di mio fratello. E magari di tutta la famiglia… perché quel ristorante è stato ed è importante per tante persone”.
Carmy – S.1.E.8.
Otto puntate (e fortunatamente altre in arrivo nel 2023) che narrano una storia di lutto ed accettazione. The Bear “tratteggia i limiti e le sofferenze di un addio improvviso e incompreso da tutti, mettendo in scena anche una tragedia tutta intima e familiare in cui ogni personaggio mostra i suoi lati più delicati”[1]: attacchi di panico, momenti di rabbia furiosa, lacrime trattenute, ma anche amore e rispetto.
Quante volte, nella vita, siamo costretti a fare i conti con la realtà? In quei momenti, in cui niente sembra avere un perché e tutte le responsabilità del mondo sembrano pesare sulle nostre spalle, come siamo abituati a comportarci? C’è chi fugge, c’è chi resta, e Carmy lo sa bene. Il ristorante di famiglia che ha ereditato è colmo di fantasmi. Per di più è un luogo da cui lui stesso era stato allontanato (dal fratello – proprietario), senza mai saperne il motivo, portandosi dietro solo rabbia e delusione, senso di inadeguatezza e vergogna. Ecco perché, negli anni precedenti alla sua scomparsa, decide di “sfidarlo”, entrando in competizione nell’unica cosa che davvero li legava durante l’infanzia: la cucina. Questo però porterà ad allontanarli ancor di più, permettendo a Carmy di isolarsi sempre di più e al fratello (Mickey) di non fargli notare le nuove dipendenze (alcol e psicofarmaci).
“Ora che Michael non c’è più però, Carmy può finalmente subentrare con sentimenti contrastanti nel locale in cui il fratello non l’ha mai voluto” [2]. Varcata la soglia e prese in mano le chiavi del ristorante, però, non è subito capace di elaborare le proprie emozioni e di abituarsi alla morte del fratello. “Molte cose gli sembrano poco chiare, nel ristorante e al proprio interno” [2].
All’inizio cerca di fare quello che gli viene meglio: buttarsi sul lavoro. Introduce un nuovo sistema nella brigata degli chef (metodologia non subito accettata) e prova a farsi affiancare da una giovane cuoca molto intraprendente (e molto impaziente!): Sydney. Affila gli artigli perché c’è bisogno di farlo. In cucina regna il caos ed è necessario che qualcuno metta “struttura”. Carmy sa farlo e decide di rimboccarsi le maniche, senza timore di essere messo con le spalle al muro, consapevole del proprio valore. Ad un certo punto però quegli artigli non sono più armi di protezione: iniziano a ferire. Sydney ed alcuni colleghi si trovano a dover lottare per essere visti da quest’orso furioso ed emotivamente dolorante. Carmy stesso è in balia del proprio malessere e non sa chiedere aiuto…
The Bear non è solo il nome del locale che Carmy e Mickey, da bambini, sognavano di aprire insieme “da grandi” ma è anche l’anima stessa di Carmy. Lo vediamo attraverso un sogno nella scena iniziale della serie tv:


Carmy, in questa fase di vita così particolare, sogna di aprire una trappola in cui è rinchiuso un orso feroce che lo attacca. Gli sceneggiatori sembrano quasi dirci: ehy, Carmy è pronto a lasciare la gabbia che si è costruito addosso in tutti questi anni ma, occhio, questo cambiamento può essere anche molto doloroso! Pochi episodi dopo, Carmy utilizza la stessa metafora della gabbia/trappola parlando con la sorella di emozioni e modi di affrontare il lutto che entrambi stanno vivendo.


In psicoanalisi, l’Orso, è un animale che simboleggia il legame tra cielo e terra. “Suscita paura e affetto al contempo, il che fa di lui un animale dai significati duali” [3].
“(….) considerato da sempre intermediario tra il mondo umano e quello spirituale e simboleggia il risveglio ai poteri dell’inconscio, ma rappresenta anche con forza la morte, la rinascita e la resurrezione. Invita a rientrare in se stessi per trovare le risorse interiori utili alla sopravvivenza, attingendo alle proprie riserve di energia”.
da “L’Orso, guardiano della Caverna e liberatore degli istinti”

Sarà forse giunto il momento, per Carmy, di ritrarre gli artigli (comunque sempre lì, a disposizione in caso di pericolo… non spariscono!) e lisciare un po’ il pelo morbido dell’orso che c’è in lui?
Ci sarebbero tante altre cose da dire e da approfondire ma non vorrei togliervi il gusto della visione… Facciamo così: guardate la serie tv e poi tornate qui nei commenti a parlarne, ne discuteremo insieme 🙂
Dott.ssa Lucrezia Arienti
P.s. sempre a tema orsi…. vi lascio qui la leggenda di San Romedio e dell’Orso, scoperta durante il Residenziale con la Scuola di Specializzazione (e relative foto della visita tanto significativa per me): clicca qui!


